Da che parte pende la vita?
Dalla parte della vita o della morte?
Dipende.
Da che parte la guardiamo.
Dipende.
Da che parte viviamo o muoriamo.
Dipendere.
Non voglio dipendere dal pensiero degli altri, soggiornarci, ma collaborarci.
Non voglio dipendere dalla paura.
Non voglio pendere dalla parte della paura ma del coraggio.
C’è chi mi ha instillato la paura della morte, chi della vita e io in mezzo con la paura di me. Brava a spaventarmi, a muovermi e viaggiare pur restando ferma nel terrore, nel burrone del tempo, fuori di me.
Senza fiato pur vivendo.
Barricata, nel mondo.
Dipende.
Dipende se sono gelosa del mio respiro.
Se gli chiedo dove va quando esce da me e di tornare presto.
Con chi va e perché.
Non è mia l”aria.
Non è mia la vita la morte e la paura.
Di che sesso è la vita?
E il mondo?
La morte è maschio o femmina?
Devo farmi amica per lei?
Devo farmi bella per lui?
C’è un dolore maschio e uno femmina?
E la felicità?
Da che parte pende?
Dipende dal sesso?
Dipende più dalla vita o dalla morte?
La vita non è né perdere né vincere né invecchiare.
È crescere e imparare.
Non si lascia né si dimentica.
Si archivia, cicatrizza e stratifica.
Ci si perfeziona e si continua a sbagliare e a chiedere scusa meglio.
Le donne imparano a essere brave persone e gli uomini anche.
Una persona non ha sesso o li ha entrambi, tutti e nessuno, come il mondo, la felicità, il dolore, le lacrime e il cielo.
Il mare, i monti e un albero.
Non apparteniamo al nostro sesso o al nostro dolore, ma al nostro coraggio.
Anche nella morte crescerò.
La morte ci rende persone senza sesso, felicità, dolore. Uno stato elevato e unico da provare anche qui. (La morte è qui).
Senza pendere e dipendere.
Il nirvana.
Dove nulla appartiene a niente.
Né io a me.
CD