COLPO DI VITA (E DI MORTE)

Il pensiero arriva in una strada senza uscita o a mille bivi. O in mezzo al mare con le braccia stanche senza appiglio o approdo.
Il buio nella foresta e la strada persa fanno più paura del lupo che mi sta per mangiare.
Non scappo più.
Esplodo il colpo.
Quei pochi centimetri lungo la canna, quegli ultimi secondi di vita.
Tutta.
La vita.
Corpo morbido e croccante.
Odore di sangue caldo.
Vita ferrosa e pesante che evapora e cola e fa il suo quadro d’artista.
La sua macabra e unica opera d’arte.
Una natura morta che parla di troppa vita o di una vita di troppo in un corpo troppo leggero e felice.
Una natura più viva che mai perché niente urla più vita di una morte, annunciata o meno. Sempre annunciata comunque quando nasciamo.
Andrà a nutrire altri pensieri, quella morte, i pensieri di altri.
E a riempire altri spazi e altri mondi.
Nulla si crea e nulla si distrugge.
È stato fatto comunque qualcosa.
Il rosso bruciato che sa di metallico.
Era un uomo.
E un uomo rimarrà.

Chiara Domeniconi

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