L’ANORESSIA VISTA DA “USCITI” PUO’ FAR RIDERE (AMARAMENTE). Tratto dal libro omonimo di Chiara D.

Il mio è un racconto autobiografico del mio reale ,purtroppo, ma per fortuna superato periodo anoressico con tutte le sue manie alimentari e i suoi tragici risvolti fisici e “medici “,visto in una chiave ironica, perché per me l’ironia è il primo passo verso la libertà. E per me lo è stato.

 

Nel periodo bulimico avevo la cellulite da autostrada. In autogrill dicevo che ero una guida turistica e che dovevo prendere da mangiare per la comitiva del mio pullman. Quando avevo la “roba” nel baule erano tutti belli , buoni e amici. Nelle crisi di astinenza auguravo tumori anche ai miei cugini.

Nel periodo anoressico una volta pensando mi facesse bene allo spirito ho fatto la comunione in chiesa. Subito dopo mi sono sentita piena di carboidrati ingrassanti allora ho camminato per quattro ore per smaltire. Oh,il pane è pane, anche quello del Signore! Allora ho cercato di raccogliere firme per creare ostie low- carbs, ostie 40-30-30 per la dieta zona, quelle gluten-free per i celiaci, le iper proteiche, le ricche di fibre, le lassative..Quando poi danno il vino, metti che uno sia degli A.A.?! Come dare il pane alle anoressiche o una striscia di coca ai tossici..!Quando poi dicono il corpo di Dio?Posso chiedere la parte più magra…!

Non mettevo neanche il burro cacao sulle labbra perché un abbinamento così calorico era un suicidio. Allora cercavo di mettere macerati di,non so,rucola e finocchio, radicchio e tarassaco…drenanti diciamo!

Quando alla Coop passavo davanti agli scaffali di zucchero a velo/farina ecc.ecc..trattenevo il fiato perché una volta ho dato una sniffata che mi è sembrato di mettere su subito due cuscinetti sui fianchi. Mi son fatta una pista di zuccheri semplici che sono andata fuori di testa. Per strada anche con le scarpe evitavo di pestare gelato spiaccicato,briciole di pane…perché sentivo i miei piedi così ricettivi e affamati che avrebbero approfittato anche  di quelle calorie. I miei fidanzati prima di baciarmi dovevano passarsi filo e coluttorio. Una volta uno mi ha baciato dopo cena, sono stata a Peso Forma per una settimana per tornar nei ranghi. Saponi solo di Marsiglia per bucato. Quelli con olii o creme idratanti per l’amor di Dio,calorie gratuite!Avevo la pelle così secca che mi erano venute le squame. Se ridevo la bocca mi si apriva da parte a parte. Evitando i grassi ero diventata così stitica che piuttosto che evacuare avrei preferito essere sodomizzata con un cactus. Quando era inevitabile imploravo l’epidurale .Sembravano parti podalici col forcipe.

All’epoca scopavo per dimagrire. Ninfomania ginnica. Ho inventato posizioni per tonificare tutte le fasce muscolari. Mi mettevo il cardio frequenzimetro e andavo avanti finché le pulsazioni raggiungevano la soglia brucia grassi. Niente preservativi lubrificati o olii lubrificanti, tutto doveva essere secco e dimagrante. Mentre trombavo facevo scintille che intanto accendevo il camino.  mi proponevano sesso con Nutella, panna montata o gelato io pretendevo tofu e valerianella…sexy da Dio!Non sapendo come gestirli ho provato a mettere un panetto di tofu tra le tette e la valerianella sotto il cuscino ma alla fine mancava mezzo limone un uovo e lo Zovirax e il letto da eccittante sembrava il frigo di un single. Delle cistiti da super lavoro che avrei fatto il bidet col Tavor.Pero’ ero magra. Anche se camminavo come se avessi un palo nel c…Prima di pesarmi mi depilavo, mi tagliavo le unghie,sputavo e trattenevo il fiato.

Alla larga da creme idratanti, nutrienti, rilipidizzanti! Usavo solo il Somatoline, in faccia, per lavarmi i denti, sulle fette biscottate, l’avrei messo anche sul vibratore se l’avessi avuto!Oh,la cellulite è dappertutto e un attacco dall’interno sarebbe stato efficace!

Al cinema ci andavo di rado. Si sta fermi due ore, passivi, si assimila, non si brucia;la circolazione langue. Allora andavo solo con un compromesso. Approfittavo per spalmarmi di fanghi d’alga Guam fino al collo, avvolgermi di pellicola trasparente poi vestirmi. Nel cinema veniva na’ puzza d’alga che sembrava d’essere sul bagnasciuga di Riccione a ferragosto a mezzogiorno. La gente

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cominciava a cercare le stelle marine. E quando tutti uscivano avevano una strana voglia di spaghetti allo scoglio e ‘mpepata di cozze.

Il peperoncino aumenta il metabolismo. La mia lingua sembrava quella di un vitello salmistrata. Sfogliavo le riviste di cucina come un uomo Penthouse (volevo essere magra sparire volare;mi guardavo allo specchio di fianco e miravo ad essere un Bancomat).

Avevo inventato l’arrosto di zucchine, la parmigiana di finocchi, le cotolette di rucola e la carbonara d’aria amore e fantasia.

Ero così magra e pallida che le zanzare quando stavamo per pungermi decidevano invece di donarmi per pena quel che avevano in corpo poi aspettavano che prendessi colore. Mia madre controllava il mio stato di deperimento col blanxometro. Mi lavava col tendaviva per il grigiore. Ero così piena di antidepressivi, antipsicotici e neurolettici che una volta un’ ape dopo che mi ha punto è tornata al favo ha ucciso di botte l’ape regina e ha preso il suo posto. Un tafano invece dopo avermi pizzicato ha preso la residenza a Montecarlo. Pisciavo Prozac, sputavo Seroquel, vendevo il mio sudore a boccette come chetamina. Una volta ho starnutito in faccia a una mia amica, si è firmata Monica Bellucci per una settimana. Stavo morendo. Come bara avevo preparato quella del Grande Puffo. Una scatola di dado Knorr praticamente. Ci stavo. Una volta mi sono addormentata su una panchina. Mi son svegliata coi Ris di Parma intorno che cercavano la causa del decesso. Avevo le vene collassate, mi facevano le flebo nella giugulare e i prelievi dalla safena. La mia temperatura corporea era così bassa che quando facevo la doccia mi riempivo di brina. Avevo uno sguardo così fatto che ad ogni angolo mi offrivano la “meglio roba.”Mi chiedevano chi fosse il mio pusher, doveva essere il migliore…

Di notte vibravo dal freddo,nonostante i quattro pigiami, mi infilavo il piumino, gli stivali, mi chiudevo in cucina e accendevo il forno con lo sportello aperto. Le mie unghie e le mie labbra erano viola. Avevo tanti peli che mi hanno usato come mascotte della Lav. Vestivo una 36.Tra le mie cosce c’era così spazio che l’ho venduto per i cartelli elettorali. Ora i jeans dell’epoca li uso per fare i cannoli siciliani. Le mie ovaie si erano atrofizzate.

Durante un’ecografia il medico mi ha detto:” lei non ha ancora digerito due anacardi…”.Mi pesavano sul bilancino del gioielliere. Quando parlavo al cellulare sembravo una zecca attaccata a un divano. Soffrivo anche di panico…In aereo mi portavo pinne,braccioli, spray al peperoncino, defibrillatore tascabile, Zimox, Aulin e Dissenten. Una siringa di adrenalina, una di Narcan e una di Lasix. Non si sa mai. Il Corano, la Bibbia, il burka,il decalogo dei Mormoni, il volantino dei testimoni di Geova, il mio chirurgo, il diacono del mio quartiere, una canna, le calze elastiche venti denari, un deltaplano per bricolage, un estintore, un test di gravidanza, il salva vita Beghelli, un razzo, una copia del mio testamento impermeabilizzata, la piuma di Dumbo, un preservativo fluorescente, il silk-epil,una mascherina per le polveri sottili,il Bignami della Treccani, una settimana enigmistica già compilata da mio zio per non deprimermi,il sole 24 h dell’anno prima così non mi spaventavo. Kleenex, tampax, Xanax, Prozac, Lexotan, astaxantina per tutto  un po’ ,la mia ultima radiografia cervicale, il tappetino fitness, i moon boot, le infradito, degli sci compatti..poi pagavo la hostess perché disponesse tutto secondo il feng-shui. Ah,delle monetine per un eventuale distributore automatico di paracadute, MilanoFinanza tanto io ero di Modena, la tessera Aci se rimanevo a piedi, la tessera Arci se su qualche fuso c’èra qualche sconto, i fagioli del Bingo,letture leggere tipo la rivista”crescere tuo figlio “…tanto non mi riguardava,”Rakam”per stordirmi seguendo i punti a giorno sugli orli. Una coca cola light e una in polvere,di conseguenza il Bancomat..La tessera che non donavo gli organi(sono figlia unica,quel che è mio è mio)..un kit di suture fai da te in caso di incidente, cerotti, Maalox, un Tom Tom portatile, le carte da Burraco e tanto tanto altro.

Questa ero io all’epoca. L’ironia è stata fondamentale nella lunga strada per uscire dal tunnel. E me la tengo ben stretta.

Grazie .

 

 

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THE END

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